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mercoledì 30 giugno 2010

Dove andremo a finire?

PARMA-Parlando il 21 giugno con alcuni partecipanti al presidio tenutosi in via D'azeglio contro il piano di riqualificazione della zona oltretorrente stipato dal comune di Parma, la domanda che questi si ponevano era sempre la stessa: "Dov'è che andremo a finire?". Per comprendere il senso di tale quesito, bisogna fare un'analisi attenta della situazione che si sta verificando negli ultimi tempi nel capoluogo di provincia emiliano. L'intento dei rappresentanti della città, infatti, appare ormai ben chiaro: fare gli interessi di chi fa i soldi, relegando ai margini della vita sociale coloro, in particolar modo studenti a basso reddito ed extracomunitari, impossibilitati ad attenersi a un certo regime di vita.
Partiamo innanzitutto da questo piano di ristrutturazione! L'intento ben chiaro a tutti del primo cittadino e dei suoi assessori, nemmeno tanto celato, è quello di tappare un buco di oltre 10.000.000 di euro con una dei più importanti ed allo stesso tempo controverse personalità del panorama imprenditoriale parmigiana, Paolo Pizzarotti, che dopo il fallimento del piano di costruzione della metro nella città, peraltro non dettato da esigenze di prima necessità, è in debito di questa somma non indifferente.
Naturalmente, come già verificatosi in altre occasioni, l'interesse di un singolo è stato anteposto a quello di un'intera fascia della popolazione che sta aquisendo, negli ultimi anni, sempre maggior valenza numerica nella zona oltretorrente, l'unica, insieme a quella di San Leonardo, ad aver  resistito finora a tutti questi anni di malgoverno e alle pressioni della classe esercente.
L'obiettivo del comune, senza troppi preamboli, è quello di trasformare via d'Azeglio e la zona circostante in una sorta di isola felice. Come? Modificandola radicalmente. Nel piano, infatti, è prevista la sostituzione della biblioteca civica, luogo di studio e di cultura aperto a tutti, con un albergo a 5 stelle; lo spostamento del circolo " Giovane Italia", tanto caro agli studenti per i prezzi modici ed il clima conviviale creatosi al suo interno, nel parco Ducale, con conseguente anticipazione dell'orario di chiusura, per sostituirlo con un ristorante extralusso;  la sostituzione dei negozi attualmente esistenti con dei nuovi improntati sulla vendita di merce più costosa ed in cui non tutti potrebbero metterci piede.
L'intento, con questa "colossale" opera di ammodernamento, è chiaramente quello di provocare un netto rialzo dei prezzi delle abitazioni, con l'immediato " sfratto" di studenti ed extracomunitari a beneficio della Parma bene.
Dove andremo a finire, quindi?
In parole povere, quest'ennesima presa di posizione da parte dei "potenti" ha come conseguenza immediata un netto accrescimento di quel solco sociale già verificatosi negli ultimi anni, non facendo altro che aumentare il degrado e la rabbia di tutta la povera gente, già non poca al giorno d'oggi, costretta da questa triste situazione ad occupare perennemente i sobborghi parmigiani ed ad affondare nell'alcool i propri dispiaceri.
Tutto ciò andrebbe, com'è giusto che sia, a svantaggio dell'intera comunità parmigiana, costretta, per la leggerezza dei suoi rappresentanti, a sorbirsi la rabbia e la frustrazione di questa gente, con un aumento degli episodi di violenza che, c'è da giurarsi, il comune di Parma, seguendo le indicazioni dei nostri "governanti", combatterà con un ulteriore coinvolgimento dell'esercito, proseguendo quel processo di militarizzazione (repressione) che da due anni a questa parte sta letteralmente devastando l'Italia intera.

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